domenica 16 agosto 2015

Fossacesia : storia e luoghi

Una delegazione di giornalisti e di comunicatori della trasmissione multimediale L'Italia del Gusto
ha visitato in questi giorni Fossacesia, dopo aver incontrato le sue eccellenze a Casa Abruzzo,in occasione di Expo 2015.
Il Comune di Fossacesia è stato invitato a partecipare in settembre a Comunicare Per Esistere, gli Stati Generali della Comunicazione Territoriale, che si tengono in Istria.

Fossacesia : storia e luoghi


Fossacesia è un comune di 6.423 abitanti della provincia di Chieti in Abruzzo, nota località balneare soprattutto per gli abitanti di Lanciano e dei comuni dell'interno. Dal 2004 si fregia della Bandiera Blu.
Fossacesia si trova su un'altura della fascia litoranea alla sinistra della foce del fiume Sangro, a circa 2 km dalla costa. Il territorio del comune, intensamente coltivato, si estende per 30,08 km², dalla costa, lungo la piana del fiume Sangro, salendo in collina in direzione di Lanciano.
La frazione di Fossacesia Marina, invece, si sviluppa lungo la costa, protetta dalla piccola baia chiamata "Golfo di Venere". Le spiagge sono costituite, per la quasi totalità, da ciottoli bianchi. A sud, verso la foce del Sangro, la costa si fa più bassa e, per piccoli tratti, vi si trovano anche dune di sabbia. A nord si trova il litorale roccioso di Punta Cavalluccio, punteggiato dai caratteristici trabocchi, le antiche strutture per la pesca protese sul mare.

Storia
Nel IX secolo Fossacesia subì una colonizzazione monastica da parte dei benedettini di Farfa che vi organizzarono una corte, un’azienda fondiaria e amministrativa intorno alla quale si costituì l’aggregato umano formato da coloni e artigiani al servizio dell’abbazia di San Giovanni in Venere.
Nell'anno 1004 fu fondata l’abbazia da Trasmondo II, Conte di Chieti.


L'abbazia di San Giovanni in Venere
Nell'anno 1195 il diploma dell’Imperatore Enrico VI di Svevia concedeva in privilegio all'abbazia di San Giovanni in Venere una località vicina chiamata Fossamcaecam.
Nel XII secolo il nome veniva scisso in Fossam Caecam. In seguito, il toponimo subì diverse varianti e nel 1239 compare la scritta Fossacieca.
Nella seconda metà del XII secolo, l’abbazia, distrutta negli anni precedenti, fu ricostruita dall’abate Oderisio II (1155-1204). Nel XVI secolo l’abbazia fu devastata dalle incursioni saracene.
Nel 1585 fu affidata da Papa Sisto V all’Oratorio di Santa Maria di Vallicella in Roma.
Nel XVII secolo Fossacesia passò sotto il dominio dei de Rubeis ma alla fine del Settecento era Terra Regia.
Nel 1671 spuntò il binomio Fossa Ceca.
Nel 1802 il binomio Fossa Ceca fu unito in una sola parola.
Nel 1863 compare il toponimo definitivo, Fossacesia.

Nel 1943 durante la battaglia del Sangro, Fossacesia viene pesantemente bombardata dall'aviazione alleata.


Fontane
La Fontana delle Cinque Cannelle, del 1888.
La Fonte di Venere, fontana di origine romana ancora esistente sotto il muraglione dell'Abbazia di San Giovanni in Venere, dove secondo una tradizione paganeggiante sussistente fino alla metà del 1900, le donne desiderose di concepire un figlio si recavano ad attingere l'acqua. 
Il lavatoio. È composto di due vasche rettangolari in pietra contigue, di cui una più corta della prima. 
Chiese
L'abbazia di San Giovanni in Venere.
La chiesa di San Donato, costruita nel 1905, ricostruita in seguito ai bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale.
La chiesa di Santa Maria delle Grotte. La chiesa fu costruita nella seconda metà del duecento con strutture gotico-cistercensi. L'interno è decorato da affreschi di stile francese del periodo della fondazione della chiesa, i restanti, di stile toscano-tardo giotteschi sono del XIV e XV secolo.[4]
La chiesa del Santissimo Rosario, costruita nel 1876.
La chiesa di San Silvestro, fondata a Villa Scorciosa nell'XI secolo. Il 29 agosto 2009 è stata riconsacrata e riaperta al pubblico. La facciata principale è romanica. Sopra il portale vi è un arco a sesto acuto. Sopra ancora vi è una finestrella ad oblò. All'angolo a destra della facciata, sul tetto, vi è il campanile a vela.
Palazzi e ville
Il palazzo nobiliare Contini (1770).
Il palazzo nobiliare Mayer (metà Ottocento).
Il casino Mayer sito sulla strada che da Fossacesia porta all'Abbazia di San Giovanni in Venere.
Il Palazzo del Comune, edificato nel 1882.

Altri luoghi d'interesse
I trabocchi, strutture su palafitte in legno disseminate lungo il litorale, per questo detto "costa dei trabocchi".
« ...Quella catena di promontori e di golfi lunati dava l'immagine d'un proseguimento di offerte, poiché ciascun seno recava un tesoro cereale. Le ginestre spandevano per tutta la costa un manto aureo. Da ogni cespo saliva una nube densa di effluvio, come da un turibolo. L'aria respirata deliziava come un sorso d'elisir. »
(Gabriele d'Annunzio da Il trionfo della morte)

venerdì 17 luglio 2015

All'Azienda Agricola La Callaltella a Rovarè di San Biagio di Callalta, l'anteprima d'informazione di Comunicare per Esistere



Si tiene presso l'Azienda Agricola La Callaltella a Rovarè di San Biagio di Calllata il primo degli anteprima di informazione del progetto Comunicare per Esistere, promosso dalla rete dei borghi europei del gusto in collaborazione con l'associazione l'Altratavola e l'associazione culturale Italia-Austria, sez.Veneto.

La Callalta (in latino Callis Alta) è l'arteria stradale che collega Treviso a Oderzo. Corrisponde a un tratto della SR 53 "Postumia".In epoca romana il collegamento più diretto tra Tarvisium e Opitergium era rappresentato dalla via Postumia ma, dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'incuria e le devastanti alluvioni del Piave avevano reso inagibile la strada.
Solo dopo il 1000 fu costruita una nuova arteria (i primi accenni scritti sono del Duecento), che prese il nome di Callalta perché realizzata su un terrapieno, in posizione sopraelevata rispetto al territorio circostante. Giunta al Piave presso Sant'Andrea di Barbarana, superava il fiume tramite un ponte di legno (costruito nella prima metà del Duecento), da cui il toponimo "Ponte di Piave".
La strada giungeva a Oderzo attraverso il Torresin e da lì si poteva proseguire sino a Motta di Livenza.

L'Azienda Agricola La Callaltella nasce nel 1951, come azienda agricola Fratelli Bonetto, e sorge nel cuore della campagna trevigiana. La cantina nata si è evoluta in modo semplice e continuo grazie al lavoro costante e allo spirito di sacrificio di due generazioni.
“Condividendo gli stessi ideali e mantenendoci al passo con le nuove tecnologie, continuiamo a coltivare e a rispettare i nostri vigneti, effettuando trattamenti mirati, selezioniamo e raccogliamo l'uva rigorosamente a mano, perché siamo convinti che solo così possiamo ottenere vini, IGT e DOC, sani e di qualità, che vinifichiamo in modo semplice e tradizionale.Ogni partita di vino partendo dall'uva viene opportunamente controllata in laboratorio ed analizzata più volte. Vi garantiamo che il nostro vino risponde ai requisiti italiani ed europei ed è ottenuto rispettando le procedure di controllo delle varie fasi produttive, dei macchinari, dei recipienti di contenimento, nonché dei locali dove si svolgono le operazioni.”

Lo stage di informazione si colloca nel percorso che porta alla realizzazione in settembre degli Stati Generali della Comunicazione Territoriale. L’Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto, in collaborazione con l'Associazione l'Altratavola e l'Associazione culturale Italia-Austria, sez.Veneto, apre le porte ai sapori autentici d’Italia e d’Europa. Un evento simbolicamente itinerante, attraverso l’ultimo lembo dell'Istria italiana, Muggia, per poi continuare a Sicciole (Pirano-Slovenia) e Buje (Croazia). Saranno presentate al pubblico le esperienze di oltre dieci paesi europei e dieci regioni italiane.
L'Azienda Agricola La Callaltella è stata invitata ufficialmente a partecipare all'evento internazionale.